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lunedì 8 settembre 2008

PUCK è agli sgoccioli. La Terra anche.

Bentornato, pubblico beneamato.

E' da giorni che sto chiuso in una sorta di bunker insonorizzato per potere finalmente dare alle stampe il primissimo numero di "Puck!".
Se tutto va come deve andare, e lo spero proprio, sarà pronto per Lucca Comics 2008.

Mi concedo solo rare uscite, che siano la ragazza di turno o le sbronze con gli amici, e poi di nuovo al lavoro. Il nano mi osserva attento, mentre compongo i tasselli del suo losco piano di conquista del mondo. Lui mi detta il verbo da diffondere, con la carabina puntata alle mie tempie, e io disegno e scrivo per lui.
E contatto altri apostoli da arruolare nella Causa.

Ci sono ormai una sessantina di autori, di diverse generazioni e di diversa provenienza geografica, che hanno dato un fondamentale aiuto ai piani espansionistici di Puck il Nano.

Tutto sembra filare per il verso giusto, insomma, ma non è così. Perchè alcuni avvenimenti potrebbero ostacolare la buona riuscita della rivista.

Ad esempio: e se il mondo implodesse poco prima che "Puck!" vada alle stampe? O ancora peggio: e se implodesse poco più tardi, quando ho già speso tutti i soldi per stamparlo?

Ma andiamo con ordine.

Tra un paio di giorni verrà messo a punto l'esperimento Lhc al Cern di Ginevra, il laboratorio europeo per la ricerca nucleare. Mercoledì verrà accesa la macchina che cercherà di riprodurre i primi istanti dell'universo, 20 milionesimi di secondo dopo il Big Bang, e tentare di dare una risposta al perchè della vita.
In uno spazio pari a un miliardesimo di un granello di polvere ci sarà una temperatura 100mila volte maggiore di quella al centro del Sole.

Secondo il professor Otto Rossler con questo esperimento gli abitanti della Terra assisteranno in diretta alla fine del pianeta.

Rossler e compagni hanno presentato alla Corte dei diritti umani di Strasburgo un ricorso, subito respinto, dalla stessa Corte, per fermare l'esperimento. Materia del contendere sarebbe il buco nero che verrebbe a formarsi all'interno della grande «macchina del tempo» costata 6 miliardi di euro e posizionata a 100 metri di profondità al confine tra Francia e Svizzera.
Secondo Rossler il buco nero potrebbe, in 4 anni, inghiottire il pianeta.

Da Ginevra, sebbene l'equipe dell'Lhc non escluda la formazione di un buco nero, assicurano, tuttavia, che le sue dimensioni non costituirebbero una minaccia per la Terra.

In ogni caso, il dubbio rimane.
Cazzo, se rimane!

Puck il nano, da bravo capitalista arrivista, mi ha intimidato di non demordere, e di continuare il lavoro senza troppe storie.

Ma una domanda continua ad angosciarmi: e se questi fossero gli ultimi istanti della Terra? Ci sarebbero ancora tante cose che vorrei fare nella mia vita, come fare all'amore con tre donne contemporaneamente, suonare alla Royal Albert Hall di Londra e tirare un calcio nel culo a Berlusconi. Sono sfizi che vorrei togliermi, prima di lasciare le penne.

Beh, questa sera telefonerò al Professor Rossler e mi farò dare delle spiegazioni.

Voi intanto fate i bravi, state composti, che in un modo o nell'altro vi farò avere questa benedetta rivista.

Prima della fine del mondo, promesso.