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venerdì 29 giugno 2007

FOLK FESTIVAL!!!


Domani mattina partirò in un orario improponibile (odio svegliarmi presto) per andare a suonare a Perugia, in occasione della terza edizione del Maggie's Farm Folk Festival.
La cerimonia è organizzata dalla blues band Blackstones e da Napoleon In Rags.

Con me ci sarà la band degli Hamelin quasi al completo (il pianista a quanto pare ha di meglio da fare. Il sistema lo sta assorbendo. C'è ancora un modo per salvarlo?).

Ecco i miei improponibili compagni di viaggio:

- Omsharan Salafia alle chitarre
- suo fratello Narayan agli stessi ferri del mestiere
- Francesca l'ugola d'oro
- Alberto Luongo alla batteria e all'umorismo inglese
E, dulcis in fundo, il sottoscritto al basso, all'armonica e soprattutto alle parole.

Nella nostra scaletta porteremo due pezzi di Bob Dylan (tradotti e rivisitati) e buona parte del nostro repertorio popolato da visioni apocalittiche, femmine fatali, colpi di stato e contratti con il diavolo.

Faremo l'ultima prova tra gli scompartimenti del treno, arriveremo in ritardo, e ci ubriacheremo in albergo. Ci attende un lungo viaggio e non abbiamo il becco di un quattrino.

Come diceva il profeta, ci vuole un sacco per ridere ma ci vuole un treno per piangere.

4 commenti:

  1. Ce ne hai messo di tempo a citare la tua band primaria!!! Grande la citazione finale...e tu sai il perchè

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  2. Ah già: avviso i lettori di questo blog che l'orario improponibile della partenza sarebbe le 11:10 del mattino...Inoltre mio caro Ivan non ci sarà con te la band degli Hamelin ma ci saranno gli Hamelin, band di cui tu sei parte integrante...Insomma come dice il poeta...."A cazzaro!!!"

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  3. Signore e signori, devo riferirvi qualcosa di molto grave. Sembra incredibile, ma le osservazioni scientifiche e l'evidenza stessa dei fatti inducono a credere che gli strani esseri atterrati stanotte nella fattoria del New Jersey non siano che l'avanguardia di un'armata di invasione proveniente da Marte. La battaglia che ha avuto luogo stanotte a Grovers Mill si è conclusa con una delle più strabilianti disfatte subite da un esercito nei tempi moderni: settemila uomini armati di fucili e mitragliatrici sono stati sconfitti da una sola macchina degli invasori marziani. I superstiti sono solo centoventi. Gli altri giacciono sul campo di battaglia che si estende da Grovers Mill a Plainsboro, travolti e schiacciati dai piedi di metallo delle macchine nemiche o ridotti in cenere dal 'raggio di fuoco'. I mostri controllano ora la parte centrale del New Jersey e hanno così tagliato in due lo Stato. Le linee di comunicazione tra la Pennsylvania e l'Oceano sono interrotte. Le ferrovie sono sconvolte e i servizi da New York a Filadelfia sospesi, salvo qualche treno che viene dirottato per Allentown e Phoenixville. Le autostrade dirette verso il nord, il sud e l'ovest sono affollate di gente terrorizzata. La Polizia e le riserve dell'Esercito sono incapaci di controllare la folla cbe fugge impazzita. Si ritiene che domattina i fuggiaschi avranno raddoppiato la popolazione di Filadelfia, Camden e Trenton. La legge marziale è stata proclamata in tutto il New Jersey e nella Pennsylvania orientale.
    Vi parlo dal tetto del Broadcasting Building, New York City. Le campane che udite suonano per invitare la gente a lasciare la città. I marziani si avvicinano. Si ritiene che nelle ultime due ore, tre milioni di persone abbiano abbandonato la città usando le strade dirette a nord. L'autostrada del fiume Hutchinson è mantenuta aperta al traffico motorizzato. Evitate i ponti per Long Island… sono spaventosamente intasati... tutte le comunicazioni con lo Stato del New Jersey si sono interrotte dieci minuti fa. Non esistono più difese. Il nostro esercito è distrutto... artiglieria, aeronautica, tutto è stato spazzato via. Questa può essere l'ultima trasmissione. Rimarremo qui fino alla fine. La gente si è radunata nella cattedrale, sotto di noi… per prendere parte ai servizi religiosi…

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  4. ivan
    non trovo più ne la tua mail ne il tuo numero di telefono.
    se quando torni
    mi useresti la cortesia di chiamarmi
    ho un progetto di cui ti vorrei parlare.
    arigato
    akab

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