ricordo. strinsi la testa di manomorta in una allegra notte d'estate. cenammo poi, felici; assieme ad aviaria. nessuno di noi tre sapeva che stavamo pasteggiando con la succulenta testa di syd barret.
ci accorgemmo di non essere più nel nostro mondo. l'acido era passato di bocca in bocca; di cranio in cranio.
e ora, il risultato, parlo con Hurricane, e con tutti voi.
Fratelli: il primo gennaio 1995, dopo aver spezzato l'accerchiamento militare con il quale il malgoverno pretendeva di ricacciarci nell'oblio e di farci arrendere, chiamammo i cittadini e le diverse forze a costruire un ampio fronte d'opposizione che univa le volontà democratiche contro il sistema del partito di Stato: il Movimento di Liberazione Nazionale. Anche se inizialmente questo sforzo d'unità d'opposizione incontrò non pochi problemi, andò avanti nel pensiero degli uomini e delle donne che non accettarono di vedere la loro Patria sottomessa alle decisioni del potere e del denaro straniero. L'ampio fronte d'opposizione, dopo aver seguito una rotta piena di difficoltà, incomprensioni e ripensamenti, sta per concretizzare le sue prime decisioni e accordi di azione congiunta. Il lungo processo di maturazione di questo sforzo organizzativo dovrà concludersi nell'anno che inizia. Noi zapatisti salutiamo il nascente Movimento di Liberazione Nazionale e ci auguriamo che in coloro che ne faranno parte ci sarà sempre una tensione verso l'unità e verso il rispetto delle differenze.
Dopo l'inizio del dialogo con il governo supremo, l'impegno dell'Ezln a ricercare una soluzione politica alla guerra iniziata nel 1994, fu tradito. Fingendo volontà di dialogo, il malgoverno preferì codardamente una soluzione militare e, con argomenti turpi e stupidi, attuò un'enorme persecuzione poliziesca e militare che aveva come obbiettivo ultimo l'assassinio della dirigenza dell'Ezln. Le forze armate ribelli dell'Ezln resistettero con facilità al colpo di decine di migliaia di soldati che, con consiglieri stranieri e con tutta la moderna macchina di morte in loro possesso, pretesero di affogare il grido della dignità che si alza dalle montagne del sud-est messicano. Un ripiegamento ordinato permise alle forze zapatiste di conservare il suo potere militare, la sua autorità morale, la sua forza politica e la ragione storica che è la sua principale arma contro il crimine fattosi governo. Le grandi mobilitazioni della società civile nazionale e internazionale fermarono l'offensiva traditrice e obbligarono il governo ad insistere sulla via del dialogo e del negoziato. Decine di civili innocenti furono imprigionati dal malgoverno e che sono ancora in carcere come ostaggi dei terroristi che ci governano. Le forze federali non ottennero nessuna vittoria oltre la distruzione di una biblioteca, di una sala per riunioni culturali, una pista da ballo e il saccheggio delle poche cose appartenenti agli indigeni della selva Lacandona. L'intento assassino fu coperto dalla menzogna governativa con la mascherata del "recupero della sovranità nazionale".
Dimenticando l'articolo 39 della Costituzione che aveva giurato di rispettare il primo dicembre 1994, il governo supremo trasformò l'Esercito Federale Messicano in un esercito d'occupazione, gli affidò il compito di salvaguardare il crimine organizzato fatto dal governo, e lo mise contro i suoi fratelli messicani.
Intanto, la vera perfidia della sovranità nazionale si concretizzava in patti segreti e pubblici del gabinetto economico con i padroni del denaro e con i governi stranieri. Oggi, mentre decine di migliaia di soldati federali aggrediscono e perseguitano un popolo armato di fucili di legno e di parole degne, gli alti governanti finiscono di vendere le ricchezze della grande nazione messicana e finiscono di distruggere il poco che rimane in piedi.
Appena iniziato il dialogo al quale lo obbligò la società civile nazionale e internazionale, la delegazione governativa ebbe l'occasione di mostrare chiaramente le sue vere intenzioni riguardo al processo di pace. I neo conquistatori degli indigeni che erano alla testa del gruppo negoziatore del governo, si distinsero per il loro atteggiamento prepotente, superbo, razzista e umiliante che portò di fallimento in fallimento le varie riunioni dei dialoghi di San Andrés. Sperando nel logorio e nella stanchezza della delegazione zapatista, la delegazione governativa mise tutto il suo impegno per ottenere la fine del dialogo, sicura che avrebbe così avuto argomenti per ricorrere alla forza e per ottenere quello che le era impossibile con la ragione.
Vedendo che il governo rifiutava un serio confronto sul conflitto nazionale che aveva portato alla guerra, l'Ezln prese un'iniziativa di pace che avrebbe liberato il dialogo e la negoziazione. Chiamando la società civile ad un dialogo nazionale ed internazionale sulla ricerca di una pace nuova, l'Ezln convocò una Consulta per la Pace e la Democrazia per ascoltare il pensiero nazionale e internazionale sulle sue richieste e sul suo futuro.
Con una partecipazione entusiasta dei membri della Convenzione Nazionale Democratica, la dedizione disinteressata di migliaia di cittadini senza organizzazione ma con aspirazioni democratiche, la mobilitazione dei comitati di solidarietà internazionale, i gruppi di giovani, l'irreprensibile aiuto dei fratelli e delle sorelle dell'Alleanza Civica Nazionale, durante i mesi di agosto e settembre 1995 si alzarono a capo di un esercito cittadino senza precedenti nella storia mondiale: una società civile e pacifica che dialoga con un gruppo armato e clandestino. Più di un milione e trecentomila dialoghi sono stati condotti per realizzare quest'incontro di volontà democratiche. Come risultato di questa consultazione, fu rettificata la legittimità delle richieste zapatiste, si diede un nuovo impulso all'ampio fronte d'opposizione che mostrava una certa stanchezza e si espresse chiaramente il desiderio di vedere gli zapatisti partecipare alla vita politica civile del paese. La grande partecipazione della società civile internazionale richiamò l'attenzione sulla necessità di costruire uno spazio di incontro tra le volontà di cambiamento democratico esistenti nei distinti paesi. L'Ezln prese seriamente i risultati di questo dialogo nazionale e internazionale e iniziò il lavoro politico e organizzativo per camminare in accordo con questi segnali.
Tre nuove iniziative furono lanciate dagli zapatisti come risposta all'esito della Consulta per la Pace e la Democrazia. Un'iniziativa, in ambito internazionale, puntò a realizzare un incontro intercontinentale contro il neoliberismo. Due iniziative furono di carattere nazionale: la formazione di un comitato civile di dialogo sia come base di discussione dei principali problemi nazionali e sia come seme di una nuova forza politica non partitica; la costruzione di nuovi Aguascalientes come luogo d'incontro tra la società civile e lo zapatismo.
Tre mesi dopo il lancio di queste iniziative si è concretizzata la convocazione per un incontro intercontinentale per l'umanità e contro il neoliberismo, si sono formati più di 200 comitati civili di dialogo in tutta la Repubblica Messicana e, nel giorno corrente, si inaugurano cinque nuovi Aguascalientes: uno nella comunità di La Garrucha, un altro ad Oventic, uno a Morelia, un altro a La Realidad e l'ultimo e il primo nel cuore di tutti gli uomini e le donne oneste che ci sono nel mondo.
In mezzo a minacce e disagi, le comunità indigene zapatiste e la società civile sono riusciti a portare a termine questi centri di resistenza civile e pacifica che saranno luoghi di difesa della cultura messicana e mondiale.
Il nuovo dialogo nazionale ha avuto una prima affermazione al tavolo 1 del dialogo di San Andrés. Mentre il governo scopriva la sua ignoranza riguardo agli abitanti originali di questa terra, i delegati e gli inviati dell'Ezln hanno dato inizio ad un dialogo ricco e nuovo che ha superato immediatamente i limiti del tavolo di San Andrés e si ubicò nel suo vero ambito: la nazione. Gli indigeni messicani, obbligati da sempre ad ascoltare, ad obbedire, ad accettare, a rassegnarsi, presero la parola e parlarono la saggezza che muove i loro passi. L'immagine dell'indigeno ignorante, pusillanime e ridicolo, costruita dal potere per il consumo nazionale, è stata fatta a pezzi e l'orgoglio e la dignità indigena tornarono alla storia per prendere il posto che le spetta: il cittadino completo e capace.
Indipendentemente da quanto risulta dalla prima negoziazione degli accordi di San Andrés, il dialogo iniziato dalle distinte etnie e dai suoi rappresentanti proseguirà adesso nel Foro Nazionale Indigeno, e avrà scadenze e ritmi accordati e decisi dagli stessi indigeni. Nello scenario politico nazionale la riscoperta della criminalità salinista tornò a scuotere il sistema del partito-Stato. Gli apologeti delle controriforme saliniste soffrono di amnesia e ora sono i più entusiasti persecutori di colui sotto la cui ombra si arricchirono. Il Partito di Azione Nazionale, il più fedele alleato di Carlos Salinas de Gortari, ha iniziato a mostrare le sue reali possibilità di sostituirsi al Partito Rivoluzionario Istituzionale nei vertici del potere politico e ad esporre la sua vocazione repressiva, intollerante e reazionaria. Coloro che vedono con speranza l'ascesa del neopanismo, dimenticano che la rimozione di una dittatura non significa democrazia, e applaudono la nuova inquisizione che, con maschera democratica, sancirà a colpi di bastone e di morale, gli ultimi rantoli di un paese che fu ammirato in tutto il mondo e che ora è solo fonte di cronache poliziesche e di scandali. Le costanti nell'esercizio del governo furono la repressione e l'impunità; i massacri degli indigeni a Guerriero, Oaxaca e a Huasteca confermano la posizione del governo nei confronti degli indigeni; l'autoritarismo della Unam di fronte al movimento degli studenti del Cch mostra la strada di corruzione che va dall'università alla politica; l'arresto dei dirigenti di El Barzón è un'ulteriore dimostrazione del tradimento come metodo di dialogo; le bestialità del reggente Espinosa danno un saggio del fascismo di strada a Città del Messico; le riforme alla legge della Prevenzione sociale ribadiscono la democratizzazione della miseria, e l'appoggio alla banca privata attesta la vocazione d'unità tra il potere e il denaro; i crimini politici sono irresolubili perché vengono commessi da chi dice di perseguirli; la crisi economica rende più insultante la corruzione negli ambienti governativi. Governo e crimine, oggi, sono sinonimi e si equivalgono.
Mentre l'opposizione vera si affanna a cercare il centro di una nazione moribonda, ampi strati della popolazione rafforzano il loro scetticismo nei confronti dei partiti politici e cercano, purtroppo senza incontrarla, un'opzione di un nuovo "che fare" politico, un'organizzazione politica di nuovo tipo.
Come una stella, la resistenza eroica e degna delle comunità indigene zapatiste illuminò l'anno 1995 e scrisse una meravigliosa lezione della storia messicana. A Tepoztlán, tra i lavoratori di Sutaur-100, tra El Barzón, per menzionare qualche luogo e movimento, la resistenza popolare incontrò degni rappresentanti.
Per riassumere, l'anno 1995 si caratterizzò per la definizione di due progetti di nazione completamente distinti e contraddittori.
Da una parte il progetto di paese che ha in mente il potere, un progetto che implica la distruzione totale della nazione messicana; la negazione della sua storia; la perdita della sua sovranità; il tradimento e il crimine come valori supremi; l'ipocrisia e l'inganno come metodi di governo; la destabilizzazione e l'insicurezza come programma nazionale e la repressione e l'intolleranza come piano di sviluppo. Questo progetto incontra nel Pri il suo volto criminale e nel Pan la su maschera democratica. D'altra parte, il progetto di una transizione democratica, non una transizione concordata con il potere che simula un cambio affinché tutto segua immutato, ma la transizione alla democrazia come il progetto di ricostruzione del paese; la difesa della sovranità nazionale; la giustizia e la speranza come ideali; la verità ed il comandare obbedendo come guida per il comando; la stabilità e la sicurezza che danno la democrazia e la libertà; il dialogo, la tolleranza e l'inclusione come nuova forma di azione politica.
Questo progetto sta per realizzarsi e corrisponderà, non ad una nuova forza politica egemonica o alla genialità di un individuo, ma ad un ampio movimento d'opposizione che raccolga i sentimenti della nazione. Siamo in mezzo ad una grande guerra che ha scosso il Messico del XX secolo. La guerra tra quelli che pretendono il perpetuarsi di un regime sociale, culturale e politico che equivale al delitto di tradimento della patria, e quelli che lottano per un cambio democratico, libero e giusto. La guerra zapatista è solo una parte di questa grande guerra che è la lotta tra la memoria che aspira al futuro e l'oblio con vocazione straniera.
Oggi, una nuova società plurale, tollerante, includente, democratica, giusta e libera è possibile solo in una patria nuova. Non sarà il potere a costruirla. Oggi, il potere è solo l'agente di vendita delle macerie di un paese distrutto dai veri sovversivi e destabilizzatori: i governanti.
Nei nostri progetti di opposizione indipendente c'è una mancanza che, oggi, si sta facendo più decisiva: ci opponiamo ad un progetto di paese che implica la sua distruzione, però siamo carenti nella proposta di una nuova nazione, una proposta di ricostruzione. Parte dell'opposizione, né tutta né la sua avanguardia, risiede nell'Ezln nello sforzo di una transizione alla democrazia. Nonostante le persecuzioni e le minacce, e al di sopra degli inganni e delle menzogne, legittimo e conseguente, l'Ezln va avanti nella sua lotta per la democrazia, la libertà e la giustizia per tutti i messicani.
Oggi, la lotta per la democrazia, la libertà e la giustizia in Messico è una lotta per la liberazione nazionale.
5 commenti:
Il giorno del ringraziamento, toh!, ecco che spunta la famiglia Addams.......Elucubrante e anche fruculione, perchè no..
ricordo.
strinsi la testa di manomorta in una allegra notte d'estate.
cenammo poi, felici;
assieme ad aviaria.
nessuno di noi tre sapeva che stavamo pasteggiando con la succulenta testa di syd barret.
ci accorgemmo di non essere più nel nostro mondo.
l'acido era passato di bocca in bocca; di cranio in cranio.
e ora, il risultato, parlo con Hurricane, e con tutti voi.
che non esistete neppure.
Proporrei il premio Nobbel per la letteratura...
x Goffredo
elucubranza e fruculiaggine. hai colto nel segno. a presto l'intervista a Calatrava
x Marygeorge
c'ero anch'io a godermi la scena. ero nella testa del povero syd. travestito da dente del giudizio.
Fratelli:
il primo gennaio 1995, dopo aver spezzato l'accerchiamento militare con il quale il malgoverno pretendeva di ricacciarci nell'oblio e di farci arrendere, chiamammo i cittadini e le diverse forze a costruire un ampio fronte d'opposizione che univa le volontà democratiche contro il sistema del partito di Stato: il Movimento di Liberazione Nazionale. Anche se inizialmente questo sforzo d'unità d'opposizione incontrò non pochi problemi, andò avanti nel pensiero degli uomini e delle donne che non accettarono di vedere la loro Patria sottomessa alle decisioni del potere e del denaro straniero. L'ampio fronte d'opposizione, dopo aver seguito una rotta piena di difficoltà, incomprensioni e ripensamenti, sta per concretizzare le sue prime decisioni e accordi di azione congiunta. Il lungo processo di maturazione di questo sforzo organizzativo dovrà concludersi nell'anno che inizia. Noi zapatisti salutiamo il nascente Movimento di Liberazione Nazionale e ci auguriamo che in coloro che ne faranno parte ci sarà sempre una tensione verso l'unità e verso il rispetto delle differenze.
Dopo l'inizio del dialogo con il governo supremo, l'impegno dell'Ezln a ricercare una soluzione politica alla guerra iniziata nel 1994, fu tradito. Fingendo volontà di dialogo, il malgoverno preferì codardamente una soluzione militare e, con argomenti turpi e stupidi, attuò un'enorme persecuzione poliziesca e militare che aveva come obbiettivo ultimo l'assassinio della dirigenza dell'Ezln. Le forze armate ribelli dell'Ezln resistettero con facilità al colpo di decine di migliaia di soldati che, con consiglieri stranieri e con tutta la moderna macchina di morte in loro possesso, pretesero di affogare il grido della dignità che si alza dalle montagne del sud-est messicano. Un ripiegamento ordinato permise alle forze zapatiste di conservare il suo potere militare, la sua autorità morale, la sua forza politica e la ragione storica che è la sua principale arma contro il crimine fattosi governo. Le grandi mobilitazioni della società civile nazionale e internazionale fermarono l'offensiva traditrice e obbligarono il governo ad insistere sulla via del dialogo e del negoziato. Decine di civili innocenti furono imprigionati dal malgoverno e che sono ancora in carcere come ostaggi dei terroristi che ci governano. Le forze federali non ottennero nessuna vittoria oltre la distruzione di una biblioteca, di una sala per riunioni culturali, una pista da ballo e il saccheggio delle poche cose appartenenti agli indigeni della selva Lacandona. L'intento assassino fu coperto dalla menzogna governativa con la mascherata del "recupero della sovranità nazionale".
Dimenticando l'articolo 39 della Costituzione che aveva giurato di rispettare il primo dicembre 1994, il governo supremo trasformò l'Esercito Federale Messicano in un esercito d'occupazione, gli affidò il compito di salvaguardare il crimine organizzato fatto dal governo, e lo mise contro i suoi fratelli messicani.
Intanto, la vera perfidia della sovranità nazionale si concretizzava in patti segreti e pubblici del gabinetto economico con i padroni del denaro e con i governi stranieri. Oggi, mentre decine di migliaia di soldati federali aggrediscono e perseguitano un popolo armato di fucili di legno e di parole degne, gli alti governanti finiscono di vendere le ricchezze della grande nazione messicana e finiscono di distruggere il poco che rimane in piedi.
Appena iniziato il dialogo al quale lo obbligò la società civile nazionale e internazionale, la delegazione governativa ebbe l'occasione di mostrare chiaramente le sue vere intenzioni riguardo al processo di pace. I neo conquistatori degli indigeni che erano alla testa del gruppo negoziatore del governo, si distinsero per il loro atteggiamento prepotente, superbo, razzista e umiliante che portò di fallimento in fallimento le varie riunioni dei dialoghi di San Andrés. Sperando nel logorio e nella stanchezza della delegazione zapatista, la delegazione governativa mise tutto il suo impegno per ottenere la fine del dialogo, sicura che avrebbe così avuto argomenti per ricorrere alla forza e per ottenere quello che le era impossibile con la ragione.
Vedendo che il governo rifiutava un serio confronto sul conflitto nazionale che aveva portato alla guerra, l'Ezln prese un'iniziativa di pace che avrebbe liberato il dialogo e la negoziazione. Chiamando la società civile ad un dialogo nazionale ed internazionale sulla ricerca di una pace nuova, l'Ezln convocò una Consulta per la Pace e la Democrazia per ascoltare il pensiero nazionale e internazionale sulle sue richieste e sul suo futuro.
Con una partecipazione entusiasta dei membri della Convenzione Nazionale Democratica, la dedizione disinteressata di migliaia di cittadini senza organizzazione ma con aspirazioni democratiche, la mobilitazione dei comitati di solidarietà internazionale, i gruppi di giovani, l'irreprensibile aiuto dei fratelli e delle sorelle dell'Alleanza Civica Nazionale, durante i mesi di agosto e settembre 1995 si alzarono a capo di un esercito cittadino senza precedenti nella storia mondiale: una società civile e pacifica che dialoga con un gruppo armato e clandestino. Più di un milione e trecentomila dialoghi sono stati condotti per realizzare quest'incontro di volontà democratiche. Come risultato di questa consultazione, fu rettificata la legittimità delle richieste zapatiste, si diede un nuovo impulso all'ampio fronte d'opposizione che mostrava una certa stanchezza e si espresse chiaramente il desiderio di vedere gli zapatisti partecipare alla vita politica civile del paese. La grande partecipazione della società civile internazionale richiamò l'attenzione sulla necessità di costruire uno spazio di incontro tra le volontà di cambiamento democratico esistenti nei distinti paesi. L'Ezln prese seriamente i risultati di questo dialogo nazionale e internazionale e iniziò il lavoro politico e organizzativo per camminare in accordo con questi segnali.
Tre nuove iniziative furono lanciate dagli zapatisti come risposta all'esito della Consulta per la Pace e la Democrazia. Un'iniziativa, in ambito internazionale, puntò a realizzare un incontro intercontinentale contro il neoliberismo. Due iniziative furono di carattere nazionale: la formazione di un comitato civile di dialogo sia come base di discussione dei principali problemi nazionali e sia come seme di una nuova forza politica non partitica; la costruzione di nuovi Aguascalientes come luogo d'incontro tra la società civile e lo zapatismo.
Tre mesi dopo il lancio di queste iniziative si è concretizzata la convocazione per un incontro intercontinentale per l'umanità e contro il neoliberismo, si sono formati più di 200 comitati civili di dialogo in tutta la Repubblica Messicana e, nel giorno corrente, si inaugurano cinque nuovi Aguascalientes: uno nella comunità di La Garrucha, un altro ad Oventic, uno a Morelia, un altro a La Realidad e l'ultimo e il primo nel cuore di tutti gli uomini e le donne oneste che ci sono nel mondo.
In mezzo a minacce e disagi, le comunità indigene zapatiste e la società civile sono riusciti a portare a termine questi centri di resistenza civile e pacifica che saranno luoghi di difesa della cultura messicana e mondiale.
Il nuovo dialogo nazionale ha avuto una prima affermazione al tavolo 1 del dialogo di San Andrés. Mentre il governo scopriva la sua ignoranza riguardo agli abitanti originali di questa terra, i delegati e gli inviati dell'Ezln hanno dato inizio ad un dialogo ricco e nuovo che ha superato immediatamente i limiti del tavolo di San Andrés e si ubicò nel suo vero ambito: la nazione. Gli indigeni messicani, obbligati da sempre ad ascoltare, ad obbedire, ad accettare, a rassegnarsi, presero la parola e parlarono la saggezza che muove i loro passi. L'immagine dell'indigeno ignorante, pusillanime e ridicolo, costruita dal potere per il consumo nazionale, è stata fatta a pezzi e l'orgoglio e la dignità indigena tornarono alla storia per prendere il posto che le spetta: il cittadino completo e capace.
Indipendentemente da quanto risulta dalla prima negoziazione degli accordi di San Andrés, il dialogo iniziato dalle distinte etnie e dai suoi rappresentanti proseguirà adesso nel Foro Nazionale Indigeno, e avrà scadenze e ritmi accordati e decisi dagli stessi indigeni. Nello scenario politico nazionale la riscoperta della criminalità salinista tornò a scuotere il sistema del partito-Stato. Gli apologeti delle controriforme saliniste soffrono di amnesia e ora sono i più entusiasti persecutori di colui sotto la cui ombra si arricchirono. Il Partito di Azione Nazionale, il più fedele alleato di Carlos Salinas de Gortari, ha iniziato a mostrare le sue reali possibilità di sostituirsi al Partito Rivoluzionario Istituzionale nei vertici del potere politico e ad esporre la sua vocazione repressiva, intollerante e reazionaria. Coloro che vedono con speranza l'ascesa del neopanismo, dimenticano che la rimozione di una dittatura non significa democrazia, e applaudono la nuova inquisizione che, con maschera democratica, sancirà a colpi di bastone e di morale, gli ultimi rantoli di un paese che fu ammirato in tutto il mondo e che ora è solo fonte di cronache poliziesche e di scandali. Le costanti nell'esercizio del governo furono la repressione e l'impunità; i massacri degli indigeni a Guerriero, Oaxaca e a Huasteca confermano la posizione del governo nei confronti degli indigeni; l'autoritarismo della Unam di fronte al movimento degli studenti del Cch mostra la strada di corruzione che va dall'università alla politica; l'arresto dei dirigenti di El Barzón è un'ulteriore dimostrazione del tradimento come metodo di dialogo; le bestialità del reggente Espinosa danno un saggio del fascismo di strada a Città del Messico; le riforme alla legge della Prevenzione sociale ribadiscono la democratizzazione della miseria, e l'appoggio alla banca privata attesta la vocazione d'unità tra il potere e il denaro; i crimini politici sono irresolubili perché vengono commessi da chi dice di perseguirli; la crisi economica rende più insultante la corruzione negli ambienti governativi. Governo e crimine, oggi, sono sinonimi e si equivalgono.
Mentre l'opposizione vera si affanna a cercare il centro di una nazione moribonda, ampi strati della popolazione rafforzano il loro scetticismo nei confronti dei partiti politici e cercano, purtroppo senza incontrarla, un'opzione di un nuovo "che fare" politico, un'organizzazione politica di nuovo tipo.
Come una stella, la resistenza eroica e degna delle comunità indigene zapatiste illuminò l'anno 1995 e scrisse una meravigliosa lezione della storia messicana. A Tepoztlán, tra i lavoratori di Sutaur-100, tra El Barzón, per menzionare qualche luogo e movimento, la resistenza popolare incontrò degni rappresentanti.
Per riassumere, l'anno 1995 si caratterizzò per la definizione di due progetti di nazione completamente distinti e contraddittori.
Da una parte il progetto di paese che ha in mente il potere, un progetto che implica la distruzione totale della nazione messicana; la negazione della sua storia; la perdita della sua sovranità; il tradimento e il crimine come valori supremi; l'ipocrisia e l'inganno come metodi di governo; la destabilizzazione e l'insicurezza come programma nazionale e la repressione e l'intolleranza come piano di sviluppo. Questo progetto incontra nel Pri il suo volto criminale e nel Pan la su maschera democratica. D'altra parte, il progetto di una transizione democratica, non una transizione concordata con il potere che simula un cambio affinché tutto segua immutato, ma la transizione alla democrazia come il progetto di ricostruzione del paese; la difesa della sovranità nazionale; la giustizia e la speranza come ideali; la verità ed il comandare obbedendo come guida per il comando; la stabilità e la sicurezza che danno la democrazia e la libertà; il dialogo, la tolleranza e l'inclusione come nuova forma di azione politica.
Questo progetto sta per realizzarsi e corrisponderà, non ad una nuova forza politica egemonica o alla genialità di un individuo, ma ad un ampio movimento d'opposizione che raccolga i sentimenti della nazione. Siamo in mezzo ad una grande guerra che ha scosso il Messico del XX secolo. La guerra tra quelli che pretendono il perpetuarsi di un regime sociale, culturale e politico che equivale al delitto di tradimento della patria, e quelli che lottano per un cambio democratico, libero e giusto. La guerra zapatista è solo una parte di questa grande guerra che è la lotta tra la memoria che aspira al futuro e l'oblio con vocazione straniera.
Oggi, una nuova società plurale, tollerante, includente, democratica, giusta e libera è possibile solo in una patria nuova. Non sarà il potere a costruirla. Oggi, il potere è solo l'agente di vendita delle macerie di un paese distrutto dai veri sovversivi e destabilizzatori: i governanti.
Nei nostri progetti di opposizione indipendente c'è una mancanza che, oggi, si sta facendo più decisiva: ci opponiamo ad un progetto di paese che implica la sua distruzione, però siamo carenti nella proposta di una nuova nazione, una proposta di ricostruzione. Parte dell'opposizione, né tutta né la sua avanguardia, risiede nell'Ezln nello sforzo di una transizione alla democrazia. Nonostante le persecuzioni e le minacce, e al di sopra degli inganni e delle menzogne, legittimo e conseguente, l'Ezln va avanti nella sua lotta per la democrazia, la libertà e la giustizia per tutti i messicani.
Oggi, la lotta per la democrazia, la libertà e la giustizia in Messico è una lotta per la liberazione nazionale.
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