Ragazzi, lasciatemi raccontare quanto mi è successo in occasione del mio viaggio a Lucca Comics.
Erano le otto del mattino e avevo ancora il fegato sottosopra, quando bussarono alla mia porta e mi prelevarono di peso per diffondere il verbo di Puck il Nano al popolo toscano.
Sotto casa mia c’erano il faunesco Aloisio (percussionista ufficiale della mia band), l’autore di Dirty Bastard e Paolo Bacilieri con la sua ragazza.
La Puck Mobile (il mezzo locomotore concessoci dal Nano per la libera diffusione dei suoi messaggi subliminali) traboccava di valigie e di copie invendute della rivista The Artist.
Alla radio c’erano i Creedence Clearwater Revival, il sole splendeva, e nessuno si sarebbe mai immaginato i disastrosi eventi che ci sarebbero piombati addosso da lì a venire.
L’albergo aveva tutta l’aria della solita topaia fatta per risparmiare. C’era da scommetterci: niente tv al plasma, niente servizio in camera e niente puttane nigeriane comprese nel prezzo che te lo succhiano in una Jacuzi.
E infatti ecco ad attenderci al varco una donna con più di settant’anni alle spalle. Due generose file di denti finti le coprivano la faccia.
La donna ci sorrise (ahimè!) per poi farci strada tra i panni stesi in cortile e portarci fin sopra la scala a chiocciola, verso la stanza dove avremmo alloggiato. Come volevano le previsioni, nessun lusso extra a parte un vecchio crocefisso in bronzo.
Mi sdraiai sul letto. La marijuana mi stava dando alla testa. Parlai con gli altri di religione, arte contemporanea, musica e sesso. La mia voce aveva preso il pilota automatico, oramai.
Il giorno seguente avevamo già messo a disposizione del pubblico tutto il materiale propagandistico per la campagna elettorale di Puck il Nano. Le copie di The Artist brillavano agli occhi degli spettatori.
Michele Ginevra, a cui va tutta la mia gratitudine, ci ospitò assieme ai cari colleghi di Donna Bavosa, Monipodio, Bombilozombi e Toczine. Una buona fetta del fumetto indipendente italiano se ne stava rinchiusa tra le grate di Piazza San Michele, e riceveva noccioline dal pubblico come vecchie scimmie ammaestrate.
Io e i miei due compari avevamo risparmiato un sacco di soldi evitando di pagare l’albergo. La vecchia non ci aveva chiesto uno straccio di documento e così ci approfittammo della sua buona fiducia. Abbiamo preso le valigie, le abbiamo lanciate dalla finestra, e prima che lei si svegliasse abbiamo caricato la macchina e ce ne siamo andati. Ogni soldo risparmiato è un soldo guadagnato, come diceva Robert De Niro.
Peccato che la vecchia fosse un asso della stregoneria.
Alle quattro del pomeriggio la Macumba iniziava già a fare il suo effetto. La vecchia si era vendicata del nostro pessimo comportamento e ora giocava con una bambola dalle nostre fattezze. La testa mi prese a girare e cercai di concentrarmi sulle persone che stavano con me.
Portai i miei disegni a Freak Antoni, che li apprezzò parecchio. Poi proposi la Rubrica della Posta al Dottor Pira e pagai i miei debiti con Sergio Ponchione e la Dimensione Obliqua.
E infine feci la conoscenza di Massimo Bonfatti, l’autore di Cattivik.
Ma ben presto il mio corpo non fu più in grado di reggere i supplizi della vecchia, così mi accasciai davanti al padiglione di Repubblica XL e vomitai l’anima.
La maledizione stava maturando, mamma mia.
Fu allora che mi tornarono alla mente gli insegnamenti del Professor Goffredo Swinheard e della sua Teoria della Trasmissione Psicosomatica, secondo la quale avrei potuto trasferire il mio malessere su una serie di piccoli oggetti industriali fabbricati in serie. L’avevo studiato al corso di Antropologia Culturale, assieme alla vita sociale degli uomini del Borneo.
Concentrai tutte le mia facoltà intellettive e riversai la Macumba su una catasta di copie di Repubblica XL, la prima cosa che mi capitò sotto tiro.
Ben presto le mie membra tornarono al loro posto e il respiro si fece di nuovo regolare.
In compenso, tutta l’effetto della maledizione si diffuse tra gli ignari passanti della fiera. Signore per bene, bambini con il moccio al naso e vecchi collezionisti presero la loro copia contaminata di Repubblica XL e si incattivirono. Qualcuno strabuzzò gli occhi e si mise a urlare, una vecchia azzannò il braccio del proprio marito, un gruppo di ragazzine iniziò a imprecare contro Nostro Signore Salvatore. La maledizione si diffuse a macchia d’olio tra il pubblico, gli editori e i disegnatori e non risparmiò nessuno.
La folla fu invasa da una frenesia d’acquisto, ipnotizzata com’era da tutti quegli annunci pubblicitari che costituiscono il novantanove per cento della rivista. I contaminati azzannarono e diffusero il male per ottenere borse di pelle, orologi, libri autografati dall’autore. Nel giro di un quarto d’ora la maledizione si ingoiò la fiera e tutti quelli che ci stavano dentro.
Ancora fatico a pensare di essere riuscito a salvarmi dalla follia sanguinaria. I lettori di Repubblica XL hanno invaso le strade, mordendo gli automobilisti e contaminando il nostro paese.
Non so che fine abbiano fatto i miei compagni di viaggio, temo siano stati travolti dalla follia generale.
Ora che vi scrivo sono chiuso in camera mia e osservo la strada dalla finestra. Poche ore fa un altro contagiato ha fatto fuori una mia cara vicina di casa. Ci conoscevamo dalle elementari.
Non so quando la gente riprenderà a ragionare e se la situazione tornerà ad essere favorevole. Sono ottimista per natura, ma la vedo difficile di questi tempi.
Sapete, non è così facile assistere alla distruzione della razza umana.
Erano le otto del mattino e avevo ancora il fegato sottosopra, quando bussarono alla mia porta e mi prelevarono di peso per diffondere il verbo di Puck il Nano al popolo toscano.
Sotto casa mia c’erano il faunesco Aloisio (percussionista ufficiale della mia band), l’autore di Dirty Bastard e Paolo Bacilieri con la sua ragazza.
La Puck Mobile (il mezzo locomotore concessoci dal Nano per la libera diffusione dei suoi messaggi subliminali) traboccava di valigie e di copie invendute della rivista The Artist.
Alla radio c’erano i Creedence Clearwater Revival, il sole splendeva, e nessuno si sarebbe mai immaginato i disastrosi eventi che ci sarebbero piombati addosso da lì a venire.
L’albergo aveva tutta l’aria della solita topaia fatta per risparmiare. C’era da scommetterci: niente tv al plasma, niente servizio in camera e niente puttane nigeriane comprese nel prezzo che te lo succhiano in una Jacuzi.
E infatti ecco ad attenderci al varco una donna con più di settant’anni alle spalle. Due generose file di denti finti le coprivano la faccia.
La donna ci sorrise (ahimè!) per poi farci strada tra i panni stesi in cortile e portarci fin sopra la scala a chiocciola, verso la stanza dove avremmo alloggiato. Come volevano le previsioni, nessun lusso extra a parte un vecchio crocefisso in bronzo.
Mi sdraiai sul letto. La marijuana mi stava dando alla testa. Parlai con gli altri di religione, arte contemporanea, musica e sesso. La mia voce aveva preso il pilota automatico, oramai.
Il giorno seguente avevamo già messo a disposizione del pubblico tutto il materiale propagandistico per la campagna elettorale di Puck il Nano. Le copie di The Artist brillavano agli occhi degli spettatori.
Michele Ginevra, a cui va tutta la mia gratitudine, ci ospitò assieme ai cari colleghi di Donna Bavosa, Monipodio, Bombilozombi e Toczine. Una buona fetta del fumetto indipendente italiano se ne stava rinchiusa tra le grate di Piazza San Michele, e riceveva noccioline dal pubblico come vecchie scimmie ammaestrate.
Io e i miei due compari avevamo risparmiato un sacco di soldi evitando di pagare l’albergo. La vecchia non ci aveva chiesto uno straccio di documento e così ci approfittammo della sua buona fiducia. Abbiamo preso le valigie, le abbiamo lanciate dalla finestra, e prima che lei si svegliasse abbiamo caricato la macchina e ce ne siamo andati. Ogni soldo risparmiato è un soldo guadagnato, come diceva Robert De Niro.
Peccato che la vecchia fosse un asso della stregoneria.
Alle quattro del pomeriggio la Macumba iniziava già a fare il suo effetto. La vecchia si era vendicata del nostro pessimo comportamento e ora giocava con una bambola dalle nostre fattezze. La testa mi prese a girare e cercai di concentrarmi sulle persone che stavano con me.
Portai i miei disegni a Freak Antoni, che li apprezzò parecchio. Poi proposi la Rubrica della Posta al Dottor Pira e pagai i miei debiti con Sergio Ponchione e la Dimensione Obliqua.
E infine feci la conoscenza di Massimo Bonfatti, l’autore di Cattivik.
Ma ben presto il mio corpo non fu più in grado di reggere i supplizi della vecchia, così mi accasciai davanti al padiglione di Repubblica XL e vomitai l’anima.
La maledizione stava maturando, mamma mia.
Fu allora che mi tornarono alla mente gli insegnamenti del Professor Goffredo Swinheard e della sua Teoria della Trasmissione Psicosomatica, secondo la quale avrei potuto trasferire il mio malessere su una serie di piccoli oggetti industriali fabbricati in serie. L’avevo studiato al corso di Antropologia Culturale, assieme alla vita sociale degli uomini del Borneo.
Concentrai tutte le mia facoltà intellettive e riversai la Macumba su una catasta di copie di Repubblica XL, la prima cosa che mi capitò sotto tiro.
Ben presto le mie membra tornarono al loro posto e il respiro si fece di nuovo regolare.
In compenso, tutta l’effetto della maledizione si diffuse tra gli ignari passanti della fiera. Signore per bene, bambini con il moccio al naso e vecchi collezionisti presero la loro copia contaminata di Repubblica XL e si incattivirono. Qualcuno strabuzzò gli occhi e si mise a urlare, una vecchia azzannò il braccio del proprio marito, un gruppo di ragazzine iniziò a imprecare contro Nostro Signore Salvatore. La maledizione si diffuse a macchia d’olio tra il pubblico, gli editori e i disegnatori e non risparmiò nessuno.
La folla fu invasa da una frenesia d’acquisto, ipnotizzata com’era da tutti quegli annunci pubblicitari che costituiscono il novantanove per cento della rivista. I contaminati azzannarono e diffusero il male per ottenere borse di pelle, orologi, libri autografati dall’autore. Nel giro di un quarto d’ora la maledizione si ingoiò la fiera e tutti quelli che ci stavano dentro.
Ancora fatico a pensare di essere riuscito a salvarmi dalla follia sanguinaria. I lettori di Repubblica XL hanno invaso le strade, mordendo gli automobilisti e contaminando il nostro paese.
Non so che fine abbiano fatto i miei compagni di viaggio, temo siano stati travolti dalla follia generale.
Ora che vi scrivo sono chiuso in camera mia e osservo la strada dalla finestra. Poche ore fa un altro contagiato ha fatto fuori una mia cara vicina di casa. Ci conoscevamo dalle elementari.
Non so quando la gente riprenderà a ragionare e se la situazione tornerà ad essere favorevole. Sono ottimista per natura, ma la vedo difficile di questi tempi.
Sapete, non è così facile assistere alla distruzione della razza umana.
11 commenti:
Lieto di essere stato citato in uno dei post principali...Effettivamente dal tuo elucubrante racconto dedurrei che la simpatica anula macumbera fosse la straordinaria depositaria di una sorta di iperestesia sciamanica volta all'influenza sulla realtà tramite telecinesi. Un mio collega, Beerkeeuwelwenren Cinieri, si sta ora occupando della telegiapponesi fra i maori delle isole fiji..e chissà che non ne esca fuori qualcosa di adatto al caso tuo...
A presto HurricaneIvan. Intanto io tenterò di riunirmi con i miei neodruidi e di scacciare la malefica influenza da te e da tutti gli altri contagiati..Pubblico qui di seguito il rito cosicchè anche tu dal tuo loculo abitativo possa efficacemente contribuire.
Spiriti delle tenebre a me!
Andate affanculo olè!
Caramelle Rossana!!!
Gobbi di notre dame riunitevi in un sol uomo e riparate le conche del naviglio!!!!
Brucewiliiiiiiiiiiiiiiiiisssssssss!!!!!
Zuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!!!!!!
Elementi composti!!!!!!!
Gian burrasca!!!!!!!!!
Orpultikrrrrrrrrrrrrrrfffffffff!!!
Gionp Gionp Gionp
Genp genp genphenpil
Ruzilopratorniculz
Ferri del mestiere!!!!!!!!
ZUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU
ue ue ue...lucca si chè stata un'avventura...
tra la fila kilometrica e il sole che picchiava, le palle mi si sono rovinate strusciando sul pavimento irto di monnezza!
cmq rosico...rosico pensando a quando da bambino, avevo secchi secchi e secchi immensi di master, poppels, pupazzi di guerre stellari, breistal e quant'altro...
mio padre mi buttò tutto dicendomi "ora figlio mio, sei grande!" ...
ma perche, perche ora quei master che pagai all'epoca, anzi mia madre pagoò all'epoca 18.ooo lire, ora costano dai 20,30,40 e 60 euri?
mannaggia a me...io di vecchio ho solo gli exogini!
uno me li voleva vendere, imen e scheletor a 60 euri... lo volevo accecare erubbarglieli!
ajsjasjasjasjasjas
cmq lucca comix è un evento da non perdere, da da da non perdere.
caro ivan, te hai marchiato i numeri di XL?
meno male che io avev orpeso la mia copia di giovedi!
asjajsajsajsajsaksakak
sfrugugliando tra i fumetti vecchi ho trovato 4 numeri di "horror" a 2 euri l'uno..ad un altra bancarella li vendevano a 18... Dio benedica gli idioti... tra 10 anni me li rivendo!ahahahahaahh
chiusa parentesi!
bella prova ivannn
ciao
Adrio
dimenticavo, ma te sei riuscito aprendere un numero a grratis di nixon?
io nn ci sono riuscito!
che non sapevano come fare...era il primo giorno!
ahhaha ciaooooos
Adrios
ivan... sei riuscito a leggere le mie ultime due email???? Scusa se uso il blog... ma le email sambrano non arrivare a destinazione. Oggi Adrio doveva mandarmi una mail con i suoi quadri... mica mi è arrivata... approposito, già te lo chiedevo tempo fa, perchè non mi spedisci un po' dei tuoi lavori per http://www.animalrawart.com
x Goffredo
grazie, grazie. a nome di tutta l'umanità un grazie di cuore al tuo rito sciamanico e alla tua congrega di druidi
x Adrio
sì, ce l'ho fatta a prendere nixon. eccome. il presidente stava scappando coi suoi sicari portoricani ma l'fbi mi ha dato una mano.
a presto
x Maurizio
scusa del ritardo. sempre fuori casa, porca troia.
ti ho appena risposto all'emai. fighe le illustrazioni. e grazie per le immagini lynchiane. vedrai, questo puck sarà una figata colossale.
ciao Ivan,
mi spiace che a Lucca ci siamo visti solo di sfuggita, rimedieremo in un altra occasione.
Nel frattempo ti linko e ti dico che se vuoi qualcosa di mio per Puck, io ne sarei più che lieto.
A presto.
Niccolò
JO IVAN! COSA ESSERE pUCK?
IO NCELHO FATTA A BECCARLO IL president!
ahaha lho dovuta pagaaaaaaa
Altro che Macumbe della vecchia....ora ti arriveranno le mie , contatterò anche il trio per questo!!!!!
Potevi dirmelo che andavate a Lucca...
tutto torna mio caro, tutto torna...
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