Io ci sarò, ovvio. Voi?
Ettore Tripodi: Il Falso Quadrato.
Ettore Tripodi: Il Falso Quadrato.
Inaugurazione Giovedì 29 aprile 2010. Ore 18:00.
STUDIO D’ARTE CANNAVIELLO
Via Stoppani, 15 - Milano
Lo Studio d’arte Cannaviello ospita la prima personale di Ettore Tripodi (Milano, 1985) intitolata Il Falso Quadrato.
Nella prima sala è esposta una serie di opere su carta, in cui i soggetti sono rappresentati secondo un meccanismo di contraddizione dei canoni classici che mette alla prova la nostra percezione visiva. Gli ambienti, le figure e gli oggetti in essi contenuti, fanno riferimento a diverse prospettive che alterano l’impostazione regolare dell’immagine. La paradossalità di alcune situazioni aumenta questo effetto surreale esercitato dalla costruzione arbitraria dello spazio.
Nella seconda sala è presente, invece, una grande istallazione che traduce tridimensionalmente i concetti espressi dai disegni. L’interno di una stanza è realizzato in modo che ogni elemento abbia una fuga prospettica differente. Il perimetro della parete immaginaria che separa lo spettatore dall’istallazione è un autentico falso quadrato. La percezione della struttura e degli oggetti posti all’interno è ambigua, poiché l’occhio, seguendo le varie deformazioni, fatica ad orientarsi. L’interno, inizialmente interpretato come un rettangolo, si rivela un trapezio irregolare; il tavolo, la sedia e la tovaglia in caduta verso il pavimento accentuano questa realtà falsata.
Catalogo in galleria con testo critico di Vincenzo Latronico.
STUDIO D’ARTE CANNAVIELLO
Via Stoppani, 15 - Milano
Lo Studio d’arte Cannaviello ospita la prima personale di Ettore Tripodi (Milano, 1985) intitolata Il Falso Quadrato.
Nella prima sala è esposta una serie di opere su carta, in cui i soggetti sono rappresentati secondo un meccanismo di contraddizione dei canoni classici che mette alla prova la nostra percezione visiva. Gli ambienti, le figure e gli oggetti in essi contenuti, fanno riferimento a diverse prospettive che alterano l’impostazione regolare dell’immagine. La paradossalità di alcune situazioni aumenta questo effetto surreale esercitato dalla costruzione arbitraria dello spazio.
Nella seconda sala è presente, invece, una grande istallazione che traduce tridimensionalmente i concetti espressi dai disegni. L’interno di una stanza è realizzato in modo che ogni elemento abbia una fuga prospettica differente. Il perimetro della parete immaginaria che separa lo spettatore dall’istallazione è un autentico falso quadrato. La percezione della struttura e degli oggetti posti all’interno è ambigua, poiché l’occhio, seguendo le varie deformazioni, fatica ad orientarsi. L’interno, inizialmente interpretato come un rettangolo, si rivela un trapezio irregolare; il tavolo, la sedia e la tovaglia in caduta verso il pavimento accentuano questa realtà falsata.
Catalogo in galleria con testo critico di Vincenzo Latronico.
1 commento:
good start
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