"Salamoia Sunrise", l'intruglio micidiale, è arrivato a ebollizione. 80 pagine di ansia sociale e possessioni demoniache condite con una fettina di lime. Contiene buona parte delle storie che ho realizzato per "Il Male di Vauro e Vincino", "Frigidaire" e qualcosa da "Linus" e "Mad Magazine" e altro.
Lo trovate in tutto il suo appiccicume e con una prefazione del fratello Simone Lucciola solo dagli amici di "In Your Face Comix".
L’invenzione dell’intruglio si deve al barman Hurricane, al secolo Ivan Manuppelli, formatosi al bancone degli ormai storici The Artist e Puck!, da lui stesso aperti nella movida del primissimo millennio in corso, e attualmente in servizio come head bartender presso Čapek Magazine, prestigioso buffet dell’Hotel Baraghini.
Da osservatore esperto, e ammiratore dei suoi tricks acrobatici dalla bellezza di tre lustri, posso garantirvi che Hurricane nasce praticamente imparato, nel senso che al compimento della maggiore età era già equipaggiato con tutte le qualità per cui è noto: disegna mostri e allucinazioni lisergiche come un autore 60’s underground americano tuffato negli italianissimi anni di piombo, è un collezionista monomaniacale di qualsiasi tipo di espressione grafica e musicale, nonché del patrimonio immateriale della controcultura, ed è una sorta di antropologo e radar umano della stessa. Parla correntemente diverse lingue del nonsenso, e la sua abilità di traduttore, interprete e capocordata è alla base dell’altrimenti inspiegabile capacità di ottenere udienza come Marco Polo presso le sale del trono di reami apparentemente irraggiungibili, fungendo da ambasciatore e collante per la loro interconnessione in una nuova e più ampia geografia strampalata.
Il consumatore di Salamoia Sunrise ha dunque a propria disposizione un’occasione unica per bersi tutta d’un fiato una po(r)zione considerevole degli umori più verdi della produzione di Hurricane, con l’inevitabile sballo che ne consegue: la carne si deforma come in un quadro di Bacon o in un film di Cronenberg, i corpi diventano ipertrofici, lo spazio saturo e senza futuro, e si finisce nel luna park di una Disneyland parallela che dura il tempo limitato di un’ottantina di pagine, lasciando in compenso una risacca bestiale.
Per smaltire l’hangover impietoso di cui sopra, qualora abbiate avuto l’ardire di buttare giù il miscuglione, vi consiglio di indossare occhiali scuri, sdraiarvi in orizzontale in una stanza buia e insonorizzata e attendere. È lecito ingannare il tempo mangiando un gelato, come se vi trovaste in spiaggia, ma se quest’ultimo dovesse improvvisamente animarsi e rivolgervi la parola, non fate l’errore di intavolare con lui una conversazione sulla fuga dei cervelli all’estero: leccatelo fino allo stecco e mettete così fine ai suoi discorsi seri ed inopportuni.
E adesso tappatevi le narici, e che buon pro vi faccia."
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Qui di seguito la prefazione del buon Sim.
"Il cocktail Salamoia Sunrise – sulla cui realizzazione trovate un poetico manuale delle istruzioni a seguire – si compone più prosasticamente di svariate storie brevi realizzate originariamente come parti di Frigidaire, Il Male di Vauro e Vincino, il manifesto, Linus, Mad Magazine e fanzine assortite, riversate in un unico albo In Your Face Comix secondo il metodo build: il risultato è la sovrapposizione di strati coloratissimi con effetto tramonto sulla catastrofe mondiale, dal sapore salatissimo e salace e dal caratteristico retrogusto di fiele.L’invenzione dell’intruglio si deve al barman Hurricane, al secolo Ivan Manuppelli, formatosi al bancone degli ormai storici The Artist e Puck!, da lui stesso aperti nella movida del primissimo millennio in corso, e attualmente in servizio come head bartender presso Čapek Magazine, prestigioso buffet dell’Hotel Baraghini.
Da osservatore esperto, e ammiratore dei suoi tricks acrobatici dalla bellezza di tre lustri, posso garantirvi che Hurricane nasce praticamente imparato, nel senso che al compimento della maggiore età era già equipaggiato con tutte le qualità per cui è noto: disegna mostri e allucinazioni lisergiche come un autore 60’s underground americano tuffato negli italianissimi anni di piombo, è un collezionista monomaniacale di qualsiasi tipo di espressione grafica e musicale, nonché del patrimonio immateriale della controcultura, ed è una sorta di antropologo e radar umano della stessa. Parla correntemente diverse lingue del nonsenso, e la sua abilità di traduttore, interprete e capocordata è alla base dell’altrimenti inspiegabile capacità di ottenere udienza come Marco Polo presso le sale del trono di reami apparentemente irraggiungibili, fungendo da ambasciatore e collante per la loro interconnessione in una nuova e più ampia geografia strampalata.
Il consumatore di Salamoia Sunrise ha dunque a propria disposizione un’occasione unica per bersi tutta d’un fiato una po(r)zione considerevole degli umori più verdi della produzione di Hurricane, con l’inevitabile sballo che ne consegue: la carne si deforma come in un quadro di Bacon o in un film di Cronenberg, i corpi diventano ipertrofici, lo spazio saturo e senza futuro, e si finisce nel luna park di una Disneyland parallela che dura il tempo limitato di un’ottantina di pagine, lasciando in compenso una risacca bestiale.
Per smaltire l’hangover impietoso di cui sopra, qualora abbiate avuto l’ardire di buttare giù il miscuglione, vi consiglio di indossare occhiali scuri, sdraiarvi in orizzontale in una stanza buia e insonorizzata e attendere. È lecito ingannare il tempo mangiando un gelato, come se vi trovaste in spiaggia, ma se quest’ultimo dovesse improvvisamente animarsi e rivolgervi la parola, non fate l’errore di intavolare con lui una conversazione sulla fuga dei cervelli all’estero: leccatelo fino allo stecco e mettete così fine ai suoi discorsi seri ed inopportuni.
E adesso tappatevi le narici, e che buon pro vi faccia."
Simone Lucciola
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