L’arte di Puck
di Vincenzo Sparagna, direttore di Frigidaire
"Puck, ex The Artist, è una rivista-gruppo del tutto singolare. In primo luogo perché si presenta in perfetta controtendenza rispetto alla frammentazione individualistica dell’immaginario fumettistico. Non è cioè un luogo per esibizioni autocompiaciute, come accade a molta parte del presunto underground attuale, ma un vero centro di ricerca che si proietta oltre se stesso, agisce, inventa, ironizza guardando alla società e al mondo, praticando un umile omaggio al passato che è la sua migliore e più radicale negazione.
Il suo animatore principale, Ivan Manuppelli, in arte Hurricane, è un giovane di talento i cui disegni e le cui storie sono a mezza strada tra Jacovitti e Robert Crumb, ma senza alcuna smania imitativa, poiché utilizza questi riferimenti con la stessa libertà con cui, oltre trenta anni fa, Stefano Tamburini utilizzava il riferimento ai dadaisti del primo Cannibale anni ’20.
In lui, come in tutte le produzioni di Puck, il passato è lo strumento, il trucco illusorio per una proiezione potente verso il futuro, un esperimento di comunicazione così innovativo che ha bisogno di mascherarsi da nostalgia, insomma un perfetto replay ironico post-moderno.
Puck non cerca l’assoluto, non si illude di produrre il mitico “nuovo”, anzi sottolinea nelle sue storie, nei suoi servizi, nei suoi riferimenti “classici” una vocazione ironica, beffarda, manipola finte/vere citazioni per abbagliare senza accecare, nella consapevolezza di operare fuori di ogni linea prevedibile, che vuol dire coscienza di tutti i passati, che oggi sono tanti “presenti” da ritrovare.
Ho sentito molti lamentare di queste opere “puck” il loro gusto underground, la loro nostalgia degli anni ’60 e ’70, ma queste critiche sono il frutto di un sottile equivoco, indotto dagli stessi autori con perfida malizia, poiché è proprio nel riferimento esplicito e perfino clamoroso a quei “modelli” che Puck cerca un disegno che superi l’underground trasformandolo in ironica parentela, in citazione finta.
L’universo contemporaneo è fatto di frammenti che si accoppiano, si scontrano, si mescolano e Puck lavora appunto coscientemente in questa pattumiera estetica, come quei ragazzi di Korogocho che cercano gli oggetti che possono ancora servirgli tra le montagne di rifiuti delle discariche a cielo aperto di Nairobi.
Siamo di fronte a una estetica del riciclo povero, senza clamori tecnologici, quasi si fosse dei neonaif, eppure lontani da ogni sterile ingenuità. Ci si serve così liberamente del fumetto, del video, dei film, della musica, dell’animazione pupazzata, dei vecchi comici di strada, dei clown da baraccone di paese, dei cantastorie come di mattoni per una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina…
Dopo anni di solitudine inventiva, di deserti attraversati da noi di Frigidaire senza neppure sapere se avremmo trovato mai una nuova oasi, Puck mi appare allora come un accampamento tuareg tra le dune, un essere vivente imprevisto su un pianeta arido che si pensava disabitato.
Come c’è acqua sotto la superficie della Luna, così c’è almeno Puck sotto lo strato secco che è l’immaginario contemporaneo. Si tratta certo di far salire i fiumi profondi in superficie, ma Hurricane e i suoi sembrano lucidamente decisi a scalare le caverne , a non lasciarsi incantare lungo la via dallo specchio dei blog, che va attraversato di slancio per scoprire ancora una volta lo stupefacente universo di Alice, inesistente ma reale, capovolto eppur dritto."
di Vincenzo Sparagna, direttore di Frigidaire
"Puck, ex The Artist, è una rivista-gruppo del tutto singolare. In primo luogo perché si presenta in perfetta controtendenza rispetto alla frammentazione individualistica dell’immaginario fumettistico. Non è cioè un luogo per esibizioni autocompiaciute, come accade a molta parte del presunto underground attuale, ma un vero centro di ricerca che si proietta oltre se stesso, agisce, inventa, ironizza guardando alla società e al mondo, praticando un umile omaggio al passato che è la sua migliore e più radicale negazione.
Il suo animatore principale, Ivan Manuppelli, in arte Hurricane, è un giovane di talento i cui disegni e le cui storie sono a mezza strada tra Jacovitti e Robert Crumb, ma senza alcuna smania imitativa, poiché utilizza questi riferimenti con la stessa libertà con cui, oltre trenta anni fa, Stefano Tamburini utilizzava il riferimento ai dadaisti del primo Cannibale anni ’20.
In lui, come in tutte le produzioni di Puck, il passato è lo strumento, il trucco illusorio per una proiezione potente verso il futuro, un esperimento di comunicazione così innovativo che ha bisogno di mascherarsi da nostalgia, insomma un perfetto replay ironico post-moderno.
Puck non cerca l’assoluto, non si illude di produrre il mitico “nuovo”, anzi sottolinea nelle sue storie, nei suoi servizi, nei suoi riferimenti “classici” una vocazione ironica, beffarda, manipola finte/vere citazioni per abbagliare senza accecare, nella consapevolezza di operare fuori di ogni linea prevedibile, che vuol dire coscienza di tutti i passati, che oggi sono tanti “presenti” da ritrovare.
Ho sentito molti lamentare di queste opere “puck” il loro gusto underground, la loro nostalgia degli anni ’60 e ’70, ma queste critiche sono il frutto di un sottile equivoco, indotto dagli stessi autori con perfida malizia, poiché è proprio nel riferimento esplicito e perfino clamoroso a quei “modelli” che Puck cerca un disegno che superi l’underground trasformandolo in ironica parentela, in citazione finta.
L’universo contemporaneo è fatto di frammenti che si accoppiano, si scontrano, si mescolano e Puck lavora appunto coscientemente in questa pattumiera estetica, come quei ragazzi di Korogocho che cercano gli oggetti che possono ancora servirgli tra le montagne di rifiuti delle discariche a cielo aperto di Nairobi.
Siamo di fronte a una estetica del riciclo povero, senza clamori tecnologici, quasi si fosse dei neonaif, eppure lontani da ogni sterile ingenuità. Ci si serve così liberamente del fumetto, del video, dei film, della musica, dell’animazione pupazzata, dei vecchi comici di strada, dei clown da baraccone di paese, dei cantastorie come di mattoni per una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina…
Dopo anni di solitudine inventiva, di deserti attraversati da noi di Frigidaire senza neppure sapere se avremmo trovato mai una nuova oasi, Puck mi appare allora come un accampamento tuareg tra le dune, un essere vivente imprevisto su un pianeta arido che si pensava disabitato.
Come c’è acqua sotto la superficie della Luna, così c’è almeno Puck sotto lo strato secco che è l’immaginario contemporaneo. Si tratta certo di far salire i fiumi profondi in superficie, ma Hurricane e i suoi sembrano lucidamente decisi a scalare le caverne , a non lasciarsi incantare lungo la via dallo specchio dei blog, che va attraversato di slancio per scoprire ancora una volta lo stupefacente universo di Alice, inesistente ma reale, capovolto eppur dritto."
Giovedì 21 gennaio 2010,
dalle 18:00 alle 22:00
The Don Gallery presenta
PUCK SHOW!
The Don Gallery - via Cola Montano 15, Milano.
dalle 18:00 alle 22:00
The Don Gallery presenta
PUCK SHOW!
The Don Gallery - via Cola Montano 15, Milano.
17 commenti:
..parole grosse..
..troppo.
ormai sei fatto,
sei stato scelto.
in effetti l'abilità a estorcere e mai distribuire soldi ce l'hai,
il ricciolo pure,
la vaga tendenza comunistoide anche...
sei fottutto, il tuo destino è segnato,
o erede!
x AKAB:
okay okay. ne abbiamo parlato via email.
x ANONIMO:
Valium. 10/20 mg al giorno per via intramuscolare. Fa miracoli.
io le parole non le ho più, le palle sono cascate da tempo, stanco di ruffianate che tirano come vento in poppa.. baci abbracci e parole fatte..
scusa,Nigraz...ma a cosa ti riferisci?
Hai ragione Ivan sicuramente sono stato poco chiaro, in più questi aforismi non andrebbero neanche scritti qui, il mio è stato semplicemente uno sfogo irrefrenabile.
Quello che ha scritto Vincenzo è Offensivo ( La mia non è una critica al tuo Lavoro ), gli elogi assolutistici che portano a smerdare il lavoro degli altri, di tutti quelli che fanno, disegnano come se fosse arrivato Dio, ciò che ha scritto è offensivo per chiunque abbia fatto altro nell’ ambito del fumetto del disegno ecc( attacare il concetto di blog poi , verso chi si fa il Culo per fare qualcosa in questo marasma che è la vita. Dalle sue parole mi sembra di percepire che soltanto Frigidaire e Puck valgono qualcosa, giudizio opinabile, basta andare a vedere la qualità di Frigidaire nell’ ultimo anno di cui anche io ho fatto parte, per verificarne il gusto discurtibile, meno i suoi interessi. visto il trattamento riservato verso chi bussa alla sua porta per tendergli una mano, per partecipare, portare da mangiare, fare il passaporto…collaborare.
Mi Fermo qua per rispetto del tuo spazio, e di Vincenzo, che comunque ho frequentato con affetto per tre assidui anni.
saluti
Ciao, Nigraz.
Dopo aver pubblicato la presentazione di Vincenzo Sparagna si sono create così tante incomprensioni, da parte di diversi lettori, autori e giornalisti, che mi sento in dovere di precisare alcune questioni importanti per non farsi strane idee sul sottoscritto e soprattutto su Puck.
Punto primo, mi spiace che qualcuno abbia visto nelle parole di Vincenzo un modo per screditare tutto il resto della produzione indipendente al di fuori di Puck e The Artist. Personalmente, e tu lo sai, io provo assoluto rispetto per tutta la produzione clandestina a fumetti di questi anni. So che cosa vuol dire fare tardi la notte a impaginare, litigare con la ragazza, trovare i soldi che non bastano mai e indebitarsi col tipografo. Fare queste cose è molto divertente, e a volte (come in questi giorni) capita anche qualche momento di gloria, e qualche groupies, ma per il resto del tempo ci si sente dei martiri delle cause perse. O semplicemente degli stupidi. Questa cosa la sappiamo tutti noi, e molti (me compreso) guadagnano soldi altrove. Magari in un fottuto call center.
Quindi, per chiarire, pensare che io abbia potuto accettare degli elogi “assolutistici” come uno sprovveduto, è più “Offensivo” per me che per te.
Io mi sono formato leggendo Mad Magazine, Zap, Eureka, Frigidaire, Cannibale e il Male. Queste pubblicazioni hanno dato l’input per la creazione di Puck e The Artist, e tre di queste sono state create da Sparagna. Basta questo per capire quanto possa essere stato importante per me chiamarlo a presentare la mostra per il (quasi) decennale delle nostre pubblicazioni. Ma come Puck probabilmente non sarebbe nato senza Frigidaire e Il Male, forse, non sarebbe mai stato lo stesso senza lo Shock Studio, la Topolin, Max Capa, Guarnaccia e via dicendo.
Io mi sento debitore verso tutte queste realtà, perché hanno saputo spianare un territorio arido. Così come mi sento in dovere di ringraziare gli amici di Lamette, Self Comics, I Cani, Monipodio,i SuperAmici, Ernest per avere saputo tenere vivo il panorama con le loro pubblicazioni dalla precisa identità editoriale.
Mi piace sapere di potere inserire Puck in questo contesto, e anzi vorrei che le autoproduzioni aumentassero invece di cadere piano piano tutte come mosche. Se manca la “concorrenza” non c’è neanche la possibilità di rapportarsi, e questo segnerebbe la fine.
Quindi, Nigraz, pensare che io possa avere accettato una considerazione come questa (ci sono Puck e Frigidaire, il resto se ne va a fanculo) mi suona strano. E chi mi conosce lo sa, dato che nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di riunire queste realtà (magari anche contrapposte) in progetti collettivi, anche a costo di rischiare di combinare una baracconata . E non è un caso se ho voluto chiamarti a disegnare il Mago di Oz assieme a Lamette, Ercole e Tirana.
Chiarito questo punto, che per me è molto importante, vorrei anche spezzare una lancia a favore di Vincenzo. Ripeto: ci tengo parecchio a questa presentazione perché, oltre ad essere una collaborazione fatta in amicizia, ha per me anche un forte valore simbolico. Ho voluto un suo testo critico perché mi sembrava una cosa giusta, nello spirito di Puck. Ma questo non vuol dire che io abbia in qualche modo avuto la pretesa di paragonare le nostre produzioni all’epoca d’oro di Frigo o di Cannibale. Sono storie diverse, con contesti storici e artistici diversi. Metterle nello stesso calderone farebbe male ad entrambe.
Se vogliamo buttarla in caciara, le belle parole che Vincenzo ha speso per noi (e per me) suonano un po’ come se Chuck Berry avesse aperto un concerto dei Rolling Stones. Io la vedo così, senza nessuna pretesa di mettere le nostre cose sopra un piedistallo. Perché questo aspetto credo che interessi proprio a pochi, e soprattutto non interessa a me.
E poi credo che il suo articolo debba essere letto con ironia, e tutte quelle parole altisonanti mi sono piaciute ma mi hanno anche fatto sorridere. Così come la critica ai blog: il messaggio che ho percepito è quello di non chiudersi nel proprio orticello con pochi lettori, ma esportare le proprie idee in un unico progetto per le masse. Su questo aspetto Vincenzo mi è sempre sembrato abbastanza chiaro. E personalmente sono idee che condivido, anche se poi ognuno ha i suoi personali modi per gestirsele.
A Vincenzo piacciono le tue cose, altrimenti non le avrebbe pubblicate. Non credo che qualcuno avrebbe parlato di ruffianate se avesse speso delle belle parole sul tuo lavoro (cosa che avrà sicuramente fatto).
E credo gli piaccia anche gran parte della realtà indipendente (con il suo occhio critico,ovvio), altrimenti non ci avrebbe riunito tutti per dare nuova linfa a Frigidaire.
Poi la verità è che molti di questi autori annunciati (e questo è un vero peccato) non sono stati più chiamati a partecipare al progetto. Ma questo credo che sia dovuto a una serie di incomprensioni da entrambe le parti, e spero davvero che si risolvano presto. Perché senza il loro contributo c’è il rischio che questa nuova Frigidaire non possa fare il salto di qualità che si meriterebbe. Un cambiamento che porterebbe nuovi lettori e permetterebbe di dare alla rivista un taglio meno legato alla politica e più fuori dagli schemi di un giornale satirico.
Beh, spero di avere risolto un po’ di questioni. E ovviamente invito tutti i diretti interessati a replicare, se ne hanno voglia.
Per quanto riguarda il sottoscritto, le parole di Vincenzo - per gradite o sgradite che siano a chi produce altro da Puck! - sono una sua opinione soggettiva, come soggettiva e conclamata è la sua avversione ai blog e la sua bassa considerazione delle pluralità produttive tipiche dell'underground. Ci siamo già confrontati più volte sull'argomento e conosco e rispetto la sua opinione, pur non condividendola se non in minima parte. Personalmente non credo affatto che Puck! sia un baluardo nel deserto o che si debbano cercare baluardi nel deserto: concordo invece con Ivan nel ritenere che Puck! sia un valido e sudato avamposto, che insieme a tanti altri contribuisce alla creazione di un fermento che io vedo. Ma anche questa è la mia opinione, cioè l'opinione di un individualista con delle idee e aspettative labili, che cerca di fare del suo meglio quando sussistono motivazione e voglia e poco si cura del resto. Nutro rispetto e amicizia per chiunque contribuisca all'universo della comunicazione in modo libero e indipendente, e questo è quanto.
Mi pare che Hurricane abbia colto bene il senso della mia presentazione, o commento, o parere. In particolare, come è ovvio, non penso affatto che il mondo del fumetto, dell'invenzione ecc. si riducano a Frigidaire e a Puck... E tuttavia è significativo che l'esperienza di Puck e quella di Frigidaire si accompagnino da qualche tempo con facilità, in una sorta di intelligenza comune delle cose e del gusto. Più difficile, ma non per scelta mia o di Frigidaire, si è rivelata nell'ultimo anno la collaborazione con altri gruppi e autori che pure stimo, che mi sembrano positivamente intenti alle loro cose, ma meno interessati a un progetto che abbia un carattere più ampio della sola testimonianza o del semplice esperimento. In questo senso - e non come un giudizio di valore gratuito o arbitrario - vanno lette anche le mie parole su un certo amore dell'underground fine a se stesso, che permette certo di esprimersi liberamente, ma quasi al riparo dal confronto duro e difficile con il vasto mondo. Tutto qui. In quanto a Nigraz è un giovane autore che ho pubblicato su Frigidaire essendo ovviamente convinto delle sue qualità e per nessuna altra ragione. Ma bisogna pur ricordare che Frigidaire non è mai stata una buca delle lettere dove infilare di tutto. Le cose che chiunque può mandare vengono filtrate da una logica, da un giudizio, da un gusto particolare, che sin dal numero 1 ha escluso, incluso, accettato e respinto in perfetta trasparenza. Tra i numerossimi "avanzi" delle nostre produzioni vi sono sicuramente tantissime cose che altri avrebbero pubblicato subito. Noi invece abbiamo sempre avuto un rigore particolare. Gli autori più lucidi e maturi non se ne sono mai fatti un problema (da Paz a Tamburini, da Liberatore a Delucchi, da Franzaroli a infiniti altri, me incluso). D'altra parte i giornali, le riviste, ma anche i film e qualsiasi altra produzione artistica o letteraria sono fatti di sequenze che entrano nella storia e di tagli. Che sono cosa del tutto diversa dalle censure...
..non credo che fosse questo il punto.
ma tantè.
Riscrivo;)
Ivan mi spiace se hai preso ciò che ho scritto come offesa, essa non lo è anzi, questo “ agguato “ non è diretto a Puck (concordo a pieno e condivido perfettamente il punto di vista di lamette), ciò che è stato scritto alla fine vuole andare a parare oltre.
Tutto questo marasma può essere uno spiraglio per chiarirsi se c’è la volontà, per lo meno illuminarsi da quel’ultima cena che fu fatta , dove nel frattempo e per fortuna nessuno è stato ancora crocifisso..
Perche non ci rivediamo intorno al tavolo del Presidente con fiduciari emissari poveretti saltimbanco e compagnia bella.
Sarebbe un modo per incontrarsi chiarirsi
e magna!
Riguardo selezionare il lavoro di cui parla alla fine Vincenzo , credo che sia una cosa normalissima, ma non direttamente inerente al discorso che è stato aperto qui.. da che mondo e mondo i lavori si selezionano per raggiungere la qualità, chi produce come chi seleziona si deve attenere ad un codice non scritto del gusto e quant’altro..
...ma alla fine è più forte Hulk o La Cosa? E soprattutto chi era il più ubriaco al cocktail? Ci fossi stato vi avrei strabiliato...
x Alex Tirana
la Cosa, la Cosa.
è sempre più forte la Cosa
p.s. il più ubriaco quella sera?dovrei lanciare un concorso.io mi metto tra i primi 10.
x Nigraz
sì, sarebbe figo rivedersi tutti. Organizziamo. magari anche in occasione di una grossa fiera come Bilbolbul.
OK
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